Guarda il mondo e scatta per me
L'autobus sobbalzava e la ragazza stringeva ancor più a sé la sua macchina fotografica, era un vecchio modello, di quelli in cui ancora bisognava inserire manualmente il rullino. Fotografare era la sua passione, aveva strumenti molto più moderni per farlo, ma quella macchinetta era un dono speciale capace di darle sempre la giusta ispirazione. Piccole goccioline di pioggia battevano sui vetri delicatamente, era una grigia mattinata di novembre, non troppo cupa da spegnere l'entusiasmo del suo appuntamento, a dirla tutta, niente avrebbe potuto sottrarle il sorriso quel giorno.
Arrivò la sua fermata, le porte si aprirono con uno stanco sbuffo ed i suoi piedi scesero sull'asfalto bagnato, fece un grosso respiro e si incamminò lungo la strada tracciata da grossi mattoni lisci e color antracite che conducevano all'entrata del luogo dell'incontro.
Attraversando i corridoi incrociava tanti visi conosciuti salutandoli con un cenno, era oramai più di 1 anno che li scorgeva di sfuggita e con alcuni era arrivata a scambiarsi piccole frasi, finalmente giunse alla sua porta.
Toc toc
- Avanti
Spinse lentamente la porta socchiusa e la aprii
- Buongiorno Signora Lucia
Una figura bassina e ricurva elegantemente vestita di un tenue giallo fissava la finestra, di lei si vedeva solo la folta chioma cotonata e bianca, si voltò lentamente, lo sguardo era sereno, ma nei suoi occhi color ambra si scorgevano pensieri lontani.
Quando vide la ragazza il suo volto si illuminò:
- Celeste, tesoro di nonna, perché mi chiami "signora" ?
La ragazza evitò la domanda
- Nonna ti trovo in magnifica forma! È tornato il parrucchiere? Hai dei capelli splendidi.
- Ti piacciono? Sono così morbidi
Disse Lucia toccandosi la testa
- Ti ho portato una cosa, vuoi provare ad indovinare?
Nonna Lucia rimase un attimo in silenzio fissando la mano che la ragazza teneva in borsa:
- Cioccolatini?
Celeste scosse la testa
- Un libro?
Nuovamente le fece segno di no; la donna fissò il soffitto, sembrava stesse per arrendersi poi esclamò:
- Foto!
- Brava!
Dalla borsa uscì un una piccola raccolta di foto che consegnò immediatamente tra le mani bramose di Lucia la quale, con passione, cominciò a guardarle una ad una.
- Qui ero nel bosco, alla faggeta... qui ero al lago, ci stava il festival del cigno... qui si vede il grande albero addobbato per l'equinozio d'autunno...
Nonna Lucia ascoltava ed osservava tutto, aveva indossato i suoi spessi occhiali per non perdersi nessun particolare, la ragazza le descriveva suoni, profumi, perfino la temperatura e sembrava quasi che la mente dell'anziana donna fosse entrata in quelle immagini per viverle in prima persona, era lì e Celeste riusciva a sentire la sua emozione.
Passò un ora e, dopo gli ultimi convenevoli, la ragazza salutò Lucia promettendole che sarebbe tornata presto:
- Che cara ragazza che sei, senza di te sarei sola ed inchiodata a questa stanza, invece grazie ai tuoi scatti posso fare viaggi bellissimi.
- Scatterò ancora per te nonna
E detto ciò uscì dalla porta.
Percorrendo il bianco corridoio incrociò una sua vecchia collega di studi:
- Ciao Diana, sei venuta di nuovo a trovare la signora Lucia? Il programma "adotta un anziano" non è finito?
- Si, ma mi fa piacere venire, le ho portato nuove foto
- È magnifico quello che fai per lei, se non ci fossi tu non riceverebbe nessuna visita e tenere la mente attiva le fa bene, ti chiama ancora Celeste?
- Si, avete capito perché ha scelto questo nome? È il ricordo sbiadito di qualche parente?
- No, non sappiamo di nessuna figlia o nipote con questo nome e purtroppo è molto difficile farle raccontare del suo passato.
- Capisco. Spero solo che la prossima volta che aprirò quella porta mi chiederà di nuovo perché la chiamo Signora.
Pronunciando questa frase il suo volto prese un'espressione malinconica, se ne rese conto e subito scacciò quel pensiero.
Varcando la soglia dell' hospital fece un grosso respiro e l'aria fresca le riempì i polmoni, abbassò lo sguardo verso la sua vecchia macchina fotografia, era il simbolo del suo impegno, una promessa che avrebbe sempre mantenuto: "Guarda il mondo e scatta per me"
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