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Visualizzazione dei post da ottobre, 2020

La leggenda Jack O' Lantern

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 Il fabbro che truffò il diavolo. Jack abitava in Irlanda ed era un fabbro tarchiato e con sudici vesti, la barba trascurata ed i denti consumati, non aveva moglie e passava ore alla taverna bevendo e scommettendo. Tuttavia n on manteneva mai fede ai suoi debiti, truffava i poveri sventurati che lo incontravano senza conoscere la sua fama di imbroglione e se qualcuno provava ad opporsi diventava violento e minaccioso. La sua avarizia era tale da venir soprannominato " Stingy Jack" ovvero Jack l'avaro. Il diavolo venuto a conoscenza dell'esistenza di un simile essere umano divenne curioso e volle andare a fare la sua conoscenza. Incontrò Jack sulla strada per l'osteria e capì subito che era un individuo degno della dannazione eterna, Jack però non era uno sprovveduto e capendo le intenzioni del diavolo lo invitò a seguirlo per bere un paio di bicchieri di birra. Passarono l'intera notte bevendo e quando arrivò il momento di pagare Jack non mancò di dimostrare l...

Vernice blu e arancione

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L'ansia per quella sera era palpabile fin dal mattino. Charlie si svegliò spalancando gli occhi e sedendosi di scatto sul letto, la coperta a scacchi in lana scozzese cadde a terra e ci mancò poco che il ragazzo ci scivolasse sopra quando iniziò a correre per scendere rapidamente le scale. La colazione era pronta in tavola ed alla la torta di zucca mancava già qualche fetta, Charlie ne tagliò un pezzo e notò subito che emanava un tiepido calore. "L'ho tenuta sulla piastra calda come piace a te" disse la madre con un sorriso "Papà e Calan sono usciti prima del solito stamattina e non volevo la mangiassi fredda". Aveva quello sguardo, lo sguardo di quando pensa alla fortuna di avere il suo bimbo speciale. Charlie era l'ultimo genito di una numerosa famiglia di origini scozzesi, sua madre lo ebbe quando era sulla soglia dei 40 anni e lui era così piccolo, dopo tanti anni era inaspettato il suo arrivo, ma riuscire a stringerlo a sé fu la sua gioia più grande...

Madison e la giusta mascotte

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Era domenica e Madison aspettava seduta sulle scalette di legno del portico, guardava il terreno e muoveva i piedi sollevando la polvere con i suoi scarponcini gialli, d'improvviso il cigolio del vecchio cancello all'inizio della proprietà dei suoi nonni le fece sollevare lo sguardo: "Eccoti finalmente! Stavo quasi pensando che ti fossi dimenticato, non era un'immagine piacevole" Charlie arrivò davanti a lei spingendo la sua bici a mano: "Scusami, ho accompagnato mia nonna a messa, mi dispiace averti lasciato aspettare immersa in tristi pensieri" "Tristi pensieri?? In realtà stavo pensando a quello che ti avrei fatto se non ti fossi presentato" Charlie tornò a guardarla con lo sguardo perplesso con cui aveva incrociato i suoi occhi la prima volta, ma sul volto di lei nacque nuovamente un sorriso: "Sto scherzando!" "Sembri sempre così seria quando scherzi" "Lo so, me lo dicono in molti, ho l'umorismo del nonno. Dai d...

Charlie e la Grande Zucca

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Charlie era un bambino che amava leggere, la madre lo definiva come il classico "bambino buonissimo" perchè era il componente della famiglia che le dava meno pensieri, poteva portarlo ovunque o lasciarlo solo in casa, sapeva che lo avrebbe ritrovato davanti allo stesso libro con cui lo aveva lasciato. Interagiva poco con i suoi coetanei che erano molto più portati all'attività fisica di gruppo, ma non dovete immaginarlo come un pigro ragazzino sovrappeso, amava andare in bici e lo faceva nei meravigliosi sentieri naturali poco lontani da Decorah Si fermava spesso nel campo di zucche del signor Lumpkin, la targa gli metteva sempre un certa allegria, si leggeva "Lumpkin's Pumpkins" e sembrava quasi destino che coltivasse zucche. Il signor Lumpkin era un uomo anziano con la barba folta e sbiancata, la pelle macchiata dal sole e le mani segnate dall'utilizzo degli attrezzi agricoli, ma lo sguardo era ancora giovane, lo si poteva sorprendere all'alba a gu...

Anne di Tetti Verdi

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 "Oh, non intendo quel tipo di nome. Intendo proprio un nome che gli avete dato. Non gli avete dato un nome?Allora potrei dargliene uno io?" Avevo appena iniziato a leggere Anne di Tetti Verdi , gradito regalo della mia insta-amica Fiamma, diceva di essere sicura che mi sarebbe piaciuto perchè notava una certa similitudine e, caspita, aveva ragione! Leggendo le prime pagine mi sono sentita accompagnata per mano e lentamente nel mondo di Avonlea , vedevo apparire intorno a me il cielo, i sentieri e la natura fiorente. Mi sono ritrovata faccia a faccia con Anne, questa esile ragazzina con i capelli color rame, occhi curiosi ed una notevole parlantina . Riuscivo a sentire la sua vocina di bimba e sorridevo ascoltandola, che eccellente capacità di fantasticare! Essendo molto introversa non sono mai stata una gran chiacchierona, ma la mia fantasia era capace di creare interi mondi proprio come quella di Anne e l'ho sentita subito affine a me, una cosa in particolare mi ha col...