Charlie e la Grande Zucca


Charlie era un bambino che amava leggere, la madre lo definiva come il classico "bambino buonissimo" perchè era il componente della famiglia che le dava meno pensieri, poteva portarlo ovunque o lasciarlo solo in casa, sapeva che lo avrebbe ritrovato davanti allo stesso libro con cui lo aveva lasciato.

Interagiva poco con i suoi coetanei che erano molto più portati all'attività fisica di gruppo, ma non dovete immaginarlo come un pigro ragazzino sovrappeso, amava andare in bici e lo faceva nei meravigliosi sentieri naturali poco lontani da Decorah

Si fermava spesso nel campo di zucche del signor Lumpkin, la targa gli metteva sempre un certa allegria, si leggeva "Lumpkin's Pumpkins" e sembrava quasi destino che coltivasse zucche.

Il signor Lumpkin era un uomo anziano con la barba folta e sbiancata, la pelle macchiata dal sole e le mani segnate dall'utilizzo degli attrezzi agricoli, ma lo sguardo era ancora giovane, lo si poteva sorprendere all'alba a guardare il suo terreno con la stessa gioia con cui lo osservava da piccolo insieme a suo padre. Viveva solo con sua moglie e la madre oramai novantenne, non aveva altri parenti lì a Decorah, i suoi due figli si erano trasferiti in città scegliendo un lavoro che non gli facesse sporcare le mani, ma lui accettava a cuor leggero le loro decisioni, l'unica cosa che desiderava era vederli felici. 


Charlie come ogni weekend d'autunno, metteva nel suo zainetto una lettura, uno snack appena sfornato ed una borraccia e si dirigeva verso le zucche del signor Lumpkin da cui aveva ottenuto il permesso per sostare in mezzo a loro esattamente con queste parole: "Chi sono io per giudicare la tua passione per le zucche? Fai come vuoi ragazzino,ma attenzione a non romperle". 

Aveva appena iniziato a sfogliare il suo fumetto dei Peanuts quando una figura davanti a lui oscurò la luce solare ed attirò la sua attenzione. Alzando lo sguardo la prima cosa che vide furono dei lunghi capelli color del grano che brillavano illuminati dal sole e degli occhi verdi che lo osservavano curiosi. 

"Che ci fai nel mio campo di zucche?"

Charlie scattò in piedi: "E chi lo dice che questo campo sia il tuo?" la ragazzina lo guardava perplessa "E comunque ho il permesso per stare qui, me lo ha dato il signor Lumpkin in persona"

"Ah, lo conosco bene, è mio nonno." 

Charlie rimase senza parole per qualche secondo, poi sul viso della ragazzina si aprì un grosso sorriso e porgendogli la mano disse:

"Allora piacere, io sono Madison, Madison Lupmkin, quindi quella buffa targa all'inizio del campo conferma che questo è effettivamente anche il mio campo di zucche non credi?"

Charlie arrossì, aveva ragione, ma non voleva dirglielo.

L'inizio non fu dei migliori, ma nonostante avessero un carattere agli antipodi fecero subito amicizia e passarono l'intero pomeriggio a parlare e giocare in mezzo all'enorme campo di zucche condividendo la merenda. Lei gli raccontò che si era trasferita a casa dei nonni per tutta la stagione scolastica per motivi familiari, non andò a fondo della questione e lui non chiese oltre, gli bastava sapere che ci sarebbero state altre giornate come quella e gli promise che le avrebbe raccontato tutto quello che voleva sapere riguardo il piccolo paesino di Decorah.

Quando fu sera si incamminarono verso il sentiero, era giunto il momento di tornare a casa e si salutarono stabilendo che si sarebbero visti il giorno seguente, stesso luogo, stessa ora. Lui si voltò accingendosi a salire in sella alla bici, quando si sentì chiamare a gran voce:

"Charlie! Toglimi una curiosità, perchè proprio un campo di zucche?"

Lui sorrise e disse : "Per via dei doni della Grande Zucca!"

Sul viso di lei si leggeva l'impossibilità di capire quella risposta 

"Ti spiegherò tutto domani e per Halloween saremo pronti!"

Salì in sella, la salutò con un cenno di mano e si avviò verso casa ripercorrendo con la mente i momenti di quel fantastico pomeriggio in cui non solo aveva trovato un'amica, ma anche una vera compagna di avventure.

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