Madison e la giusta mascotte
Era domenica e Madison aspettava seduta sulle scalette di legno del portico, guardava il terreno e muoveva i piedi sollevando la polvere con i suoi scarponcini gialli, d'improvviso il cigolio del vecchio cancello all'inizio della proprietà dei suoi nonni le fece sollevare lo sguardo:
"Eccoti finalmente! Stavo quasi pensando che ti fossi dimenticato, non era un'immagine piacevole"
Charlie arrivò davanti a lei spingendo la sua bici a mano:
"Scusami, ho accompagnato mia nonna a messa, mi dispiace averti lasciato aspettare immersa in tristi pensieri"
"Tristi pensieri?? In realtà stavo pensando a quello che ti avrei fatto se non ti fossi presentato"
Charlie tornò a guardarla con lo sguardo perplesso con cui aveva incrociato i suoi occhi la prima volta, ma sul volto di lei nacque nuovamente un sorriso:
"Sto scherzando!"
"Sembri sempre così seria quando scherzi"
"Lo so, me lo dicono in molti, ho l'umorismo del nonno. Dai dimmi, com'è stata la funzione?
"Mah...in realtà non saprei... Non guardarmi così, ho detto la verità sono andato in chiesa, ma lo faccio solo perchè mia nonna ne è felice, da quando il nonno è morto non ha nessuno che le faccia compagnia. Però non riesco a seguire tutto con attenzione e di nascosto leggo i miei fumetti"
"E non hai paura che ti scoprano?"
"No la nonna si siede sempre nei banchi davanti, io rimango dietro dicendole che mi vergogno a stare vicino alle altre signore. Comunque...ho una cosa da mostrarti, andiamo nel campo"
"Si tratta della Grande Zucca?"
Charlie annuì con occhi allegri.
Dopo essersi seduti nel mezzo di un bel circoletto di zucche di varie dimensioni davanti al capanno degli attrezzi del Signor Lumpkin, Charlie tirò fuori dallo zaino un mucchietto di ritagli di giornale:
"Ecco, qui è spiegato tutto."
Madison si concentrò nella lettura, poi sollevò lo sguardo dai vari pezzi di carta e disse:
"Ora capisco perchè hai scelto il campo di zucche di mio nonno! La Grande Zucca appare solo nel campo più sincero, e quale lo è se non quello di mio nonno!!!"
"Sapevo che avresti capito!"
"Ora però aspetta qui, ho notato che ci manca qualcosa perché sia tutto perfetto"
Madison si alzò e si diresse a passo svelto verso la casa, Charlie non aveva ben chiaro il motivo, cosa poteva mancare? Rigirò le varie strisce di fumetti che aveva ritagliato dal quotidiano del padre cercando di capire cosa avesse notato la sua amica che lui aveva ignorato.
Si alzò il vento potando con sé profumo di stufato e mentre Charlie stava ancora arrovellandosi il cervello, sentì la vecchia porta di legno sbattere e nonna Lumpkin urlare qualcosa alla bambina.
Lei arrivò di corsa con un berretto grigio in testa ed un grande sciarpone celeste all'interno del quale nascondeva qualcosa:
" Ecco qui, ho portato la nostra mascotte!" Charlie la guardava con fare interrogativo "Loro avevano Snoopy noi avremo Molly!"
E da sotto la grossa sciarpa di lana tirò fuori Molly.
"Ma è un gatto!"
"Una gatta, e allora che c'è di male?"
"Snoopy era un cane, non possiamo avere un gatto come mascotte, non sa fare le stesse cose! Non potrebbe fare la guardia insieme a noi!"
"Prima di tutto ti informo che i gatti sono animali notturni che ci vedono benissimo al buio quindi ci sarebbe molto utile" Madison fece una pausa e guardò Charlie con fare compiaciuto di chi sa di aver detto una cosa giustissima "Secondo, non ho potuto avere un cane perché mia madre non voleva, così ho avuto una gatta e le ho insegnato a fare tutte le cose che fanno i cani, ma con più eleganza"
Charlie fece un mezzo sorriso, di quelli che non hanno il coraggio di dirti che credono sia una cosa assurda.
"So cosa stai pensando! Io ti ho subito creduto e tu dubiti di me, ora ti faccio vedere!"
Tirò fuori dalla tasca un pezzo di carne rubato dalla cucina, probabilmente il motivo delle urla di nonna Lumpkin, e poggiò la gatta tricolore a terra.
"Seduta. Brava! Ora su, bravissima! Ed ora dammi la zampa, perfetto! Brava gattina!"
Con fare soddisfatto si girò verso Charlie che era rimasto senza parole ed emise un sonoro "Mh"
Continuarono a fissarsi per qualche secondo e poi scoppiarono in una fragorosa risata:
"Non dubiterò mai più di te signorina Lumpkin, sei riuscita ad addestrare perfino un gatto a fare il cane!"
"Voglio proprio sperare signor Pumpkin, ora siamo pronti per la grande notte!"
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