Elinor e la magia del Natale

 


Elinor viveva in una graziosa casetta di montagna, in primavera l'odore della nigritella attorno all'abitazione inebriava di vaniglia l'aria circostante, ma era in inverno che si poteva godere del profumo migliore: i pini circostanti univano la loro essenza a quella delle decorazioni fatte di arance e cannella appese alle finestre, per altri cani sarebbe risultato troppo forte, ma non per lei, per Elinor quella era casa.

Come ogni anno la famiglia si era riunita intorno all'albero e lei dalla sua postazione accanto al camino, osservava pigramente il rito della "vestizione dell'albero", non capiva perché fosse necessario mettere fiocchi e lucine ad un piccolo pino, forse per far divertire i gatti? Li guardava ansiosi di fiondarsi su quei minuscoli pacchetti di carta colorata appesi all'albero, erano abilissimi ad arrampicarsi tra i suoi rami e quei fili erano così attraenti per loro, ma perché creare ogni anno un parco giochi per gatti per poi smontarlo dopo qualche settimana? Doveva esserci qualcosa di più, ma le sfuggiva.

Mentre era assorta nei suoi pensieri una piccola manina le toccò la testa:

-Elly, Elly, pallina!- il più piccolo del suo personale "gregge di umani" le si era avvicinato e le porgeva una piccola pallina rossa e brillante -Elly, pallina.-

Gli altri componenti della famiglia sorrisero divertiti ed il papà si avvicino -Vuoi addobbare anche Elinor? Che ne dici Elly ti va di diventare una piccola rappresentante del Natale?- e così dicendo prese il suo collare e lo fece delicatamente scivolare all'interno dell'addobbo rendendo ancora più grandi i sorrisi di tutta la famiglia.

Era strana quella cosa sotto il collo, ma non era fastidiosa, solo avrebbe voluto afferrarla per vedere se rotolava e mordicchiarla un po', ma riuscì facilmente a distrarsi da questo pensiero, era ora di cena ed il piccoletto lasciava sempre cadere dal seggiolone qualche boccone di cibo per lei, meglio mettersi in postazione.

La mattina dopo era uno dei suoi giorni preferiti, la famiglia andava nel bosco per raccogliere la legna, solitamente veniva anche la nonna, ma quel giorno era impegnata con le ultime preparazioni prima del Natale. 

Che bello il bosco! Alberi altissimi su cui in estate riusciva a scorgere gli scoiattoli intenti a far scorta di semi di abete rosso, il terreno umido che le rinfrescava le zampe ed il rumore delle foglie sotto il suo naso mentre cercava odori interessanti da seguire. 

Quel giorno c'era parecchia legna da raccogliere, qualche notte prima c'era stato un forte temporale ed erano caduti diversi rami secchi, si misero subito tutti all'opera, solo il più piccolino protestava dal suo marsupio sulle spalle della mamma -Va bene, va bene, scendi, ma non ti allontanare. Elly tienilo d'occhio!- 

Per Elinor quello era un invito a nozze, adorava tenere sotto controllo il gregge, ma non aveva idea di ciò che l'aspettava, il compito si sarebbe rivelato più arduo del previsto. 

"Che potrà mai fare un cucciolo di umano, sicuramente controllarlo sarà una passeggiata. Eccolo lì, già si è seduto a terra a giocare con un bastoncino, ho anche il tempo di annusare quest'ultima traccia lasciata da qualche topo ragno" 

Elinor avvertì un movimento, ebbe la prontezza di rigirarsi ed intravedere con la coda dell'occhio il piccolo fuggiasco sparire inseguendo una lucertola. Con uno scatto fu subito all'inseguimento, quelle piccole gambine correvano veloci, in pochi minuti era già abbastanza distante da non sentire più le voci dei genitori. "Dannata lucertola fermati! Bimbo guardami dobbiamo tornare indietro!" Ma il sentiero intrapreso era nuovo, dopo il temporale tutto sembrava aver cambiato aspetto, si erano persi.

Quando il piccolo si scostò dal pensiero dell'animaletto verde da inseguire si accorse di essere solo, il sole stava sparendo e l'aria si faceva fredda, aveva paura e scoppio a piangere. Il grosso cane bianco accanto a lui gli lecco il viso tentando di arrestare le lacrime "Piccolo non piangere, ci sono io con te" e con il suo morbido pelo si accostò a lui per scaldarlo "Vedrai che andrà tutto bene, devi solo seguirmi ti porterò io a casa." 

Ma il bambino era troppo spaventato, era così piccolo e non parlava la lingua dei cani, abbaiare avrebbe peggiorato la situazione, come poteva farsi seguire? Mentre pensava sentì nell'aria un odore che non le piaceva, dovevano essere lupi, ma per fortuna erano lontani, probabilmente non sapevano che loro erano lì, ma era meglio muoversi prima che il vento cambiasse direzione e rivelasse la loro presenza.

"Mi servirebbe proprio un aiuto" pensò guardando verso il cielo.

Improvvisamente sentì un calore al petto ed una piccola luce rossa provenire da lei: era la sua palla di natale, si stava illuminando. Non capiva come fosse possibile, ma quella strana attrazione natalizia per gatti stava brillando ed anche il piccolo umano lo aveva notato: - Pallina Elly, brilla!- 

"Si brilla, bravo segui la pallina rossa, vieni con me!" Il bimbo sorrideva ed inseguiva la lucina rossa che proveniva dal collare del grosso e peloso cane bianco; a passi svelti percorrevano la strada a ritroso, i lupi oramai non erano un problema e cominciava a sentire l'odore di pino e cannella. "Siamo sulla strada giusta, dai piccoletto manca poco", la luce continuava a brillare, finchè non udirono le voci di tutta la famiglia gridare il nome del bambino. 

"Eccoci, eccoci!" Elinor cominciò ad abbaiare e subito mamma, papà e sorellona furono da loro.

Ci furono abbracci, qualche rimprovero, pianti di gioia ed ancora abbracci. La pallina aveva smesso di brillare ed ancora una volta Elinor non aveva capitò perché. Arrivati a casa si riscaldarono accanto al camino, ci fu una magnifica cena ed Elly, ancora un po' mortificata, rimase lontano dalla postazione cibo. Stava quasi per appisolarsi quando una manina le toccò la testa: -Elly, pallina...brilla- 

La pallina brillava di nuovo, forse Elinor aveva finalmente capito il significato delle decorazioni natalizie sull'albero, si voltò e diede una leccata sul volto del bimbo che un po' contrariato si spostò: "Tranquillo piccoletto ci penso io a te, ma non fare altri guai per oggi per favore."


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