Ed ogni offesa si trasformò in fiori
C'era una volta una ragazza che viveva in un paese dove i suoi abitanti passavano le loro giornate osservando quello che facevano gli altri. Lei però era diversa, era immersa nelle sue passioni e passava le ore tra pennelli e libri, tra musica e fotografia, tra fornelli e fantasia.
La vedevano passare a passo svelto, tutta presa da qualche nuovo progetto e dai balconi e dalle finestre spesso sentiva vociare. Le frasi che arrivavano alle sue orecchie non erano gentili e lei proseguiva dritta senza guardare, temeva i loro sguardi e si sentiva inadeguata. Un giorno da quei palazzi arrivò un'offesa più forte delle altre, sentì ribollire il sangue e rispose con rabbia, ma dall'alto dei loro appartamenti si sentivano al sicuro e lo scherno continuò ancor più divertito. Sentí il gelo dentro e corse via, portando con sé mille dubbi ed insicurezze.
La testa le scoppiava e sentiva l'affanno, arrivata nel suo amato bosco si sdraiò, chiuse gli occhi ed involontariamente un urlo uscí dalla sua bocca.
<<Per tutti gli aghi di pino cosa sta succedendo?? >> chiese una voce accanto a lei.
<<Cosa c'è, mi hai seguito fino a qui per giudicarmi?>> rispose la ragazza con la mani sugli occhi e le lacrime sulle guance.
<<Veramente cara sei tu che sei venuta da me e mi hai fatto prendere un bello spavento con il tuo urlo mentre mi gustavo serenamente i raggi di sole>>
Dopo un attimo di esitazione la ragazza, con gli occhi ancora coperti, disse:
<<Non ho visto nessuno qui quando sono arrivata>>
La voce fece una sonora risata:
<<Mia cara, dovevi essere proprio sconvolta per non notarmi, non posso definirmi proprio un fuscello, anzi, la mia ombra viene proiettata al di sopra delle teste di tutti i miei amici>>
Fu allora che alla ragazza venne un dubbio, un pensiero sciocco ma... Poteva mai essere?
Aperti gli occhi si accorse che accanto a sé non c'era nessuno se non un enorme ed imponente frassino. Era alto più di 30 metri e nel suo tronco rugoso riusciva distintamente a vederne il viso. Rimase attonita, senza parole, a bocca aperta. Fu l'albero ad interrompere quel silenzio:
<<Dimmi, quale problema ti porta tanta frustrazione? >>... silenzio... <<su senza timore, parlami>>.
Superato lo sgomento la ragazza parló tutto d'un fiato:
<<Perché c'è sempre qualcuno pronto a giudicare? Perché c'è sempre qualche voce che sussurra cattiverie? Perché c'è chi si diverte a ferire il prossimo?>>
Con viso sereno di chi ha ben chiaro ciò che hai nel cuore l'albero rispose:
<<La cosa più importante da capire è perché questo ti ferisce tanto? In 200 anni ho visto e sentito di tutto sul mio conto; quando ero solo un germoglio mi dicevano che non avrei superato una stagione, da fuscello mi schernivano per le mie deboli radici, da adulto ero sterile perché non producevo ancora frutti. Se avessi dato ascolto a tutte le malelingue probabilmente ora non avrei profonde e forti radici e le api non si poserebbero sui miei fiori.>>
La ragazza ascoltava con attenzione.
<<Quello che devi chiederti, mia dolce amica, è se vuoi davvero che gente gretta e maligna ti impedisca di seguire le tue passioni e raggiungere i tuoi obiettivi. Dopo tanti anni posso dirti con certezza che non devi lasciare che nessuno con le sue parole ti impedisca di fiorire>>
Il frassino fece un grosso sorriso e torno a guardare il cielo, in silenzio.
La ragazza raccolse le sue cose e con calma si avviò verso il paese.
Ci stava una festa e tutti erano scesi in piazza, poteva vedere finalmente i volti di chi la tormentava.
Passò al loro fianco e nessuno emise parola, i vigliacchi sapevano attaccare solo dall'alto delle loro finestre, ma a lei questo non interessava più:
<<Nessuno mi impedirà più di fiorire>> e mentre camminava un fiore spuntò trai suoi capelli.
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