Il sospiro del treno
Immaginate una giovane ragazza di 19 anni, bassina ed avvolta nel suo grosso cappotto invernale, sotto sciarpa, cappello e guanti, l'unica cosa che si vede bene sono i suoi occhi chiari e pieni di sogni.
Manca solo una fermata ed il cuore inizia a battere all'impazzata, si sente così sciocca eppure farlo rallentare è impossibile, dal finestrino le figure scorrono veloce, sembra fissarle intensamente, ma in realtà è persa nei suoi pensieri .
Nella sua mente solo l'immagine di quel sorriso ed il ricordo del calore delle sue labbra: "possibile si possa amare così tanto dopo quel che hai passato?" Eppure lui le ispirava totale fiducia, cosa che lei rifiutava: "prima regola, fidarsi è bene non fidarsi è meglio" si ripeteva come un mantra, ma quel sorriso ebete era ancora lì sul suo volto mentre pensava a lui.
Ecco in lontananza la sua fermata, il convoglio decelera e lei sospira con la stessa intensità dei pistoni del treno. Il rumore dei freni è stridente e sembra vogliano scuoterla scacciando quella nebbia di ansia.
Le porte si aprono. Tenendo a se i lembi del cappotto fa un passo ed esce sulla banchina. Si sente un po' spaesata, aspetta di incrociare il suo sguardo, ma non lo vede. Prova a farsi largo con la vista tra le varie persone che frettolosamente salgono e scendono dai vagoni, tutto avviene in pochi secondi, ma sembrano minuti interminabili.
La folla si disperde e lei è sola, trattiene il respiro. Ecco che scorge da lontano una figura che tiene qualcosa in mano e la agita per farsi vedere, ma chi è? Non lo conosce, forse è una di quello classiche situazioni in cui fai una pessima figura credendo che ti stiano salutando, distoglie velocemente lo sguardo e si incammina nascondendosi sotto sciarpa e berretto.
All'improvviso si sente chiamare, la figura ora è più vicina e riesce a vederne bene i tratti. "Ma io li conosco quegli occhi, io lo conosco quel sorriso. Possibile..."
Lui si avvicina sorridente e le porge una rosa: <<Ciao, questa è per te, ma non mi avevi visto?>>
Sul suo viso si forma un grosso sorriso e le guance si arrossano, un po' si vergogna, credeva di essere stata dimenticata e riesce solo a chiedere: <<Ma che fine ha fatto la barba?>>
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